fbpx

Soffritto: dalla cucina al banco dei dolci

Se diciamo sfogliatella, chi ama il dolce non può fare a meno di avere l’acquolina in bocca e se diciamo soffritto i fan del salato sono già con la forchetta in mano, pronti a fare un solo boccone di quello che è probabilmente uno dei loro piatti preferiti. Ma che succede se uniamo le due cose in un’unica e nuovissima ricetta? Quello che ne esce è un inevitabile tripudio di sapori!

Per capire bene di cosa si tratta, vediamo insieme le caratteristiche principali dell’una e dell’altra specialità.

 

La sfogliatella

La sfogliatella è il vanto della pasticceria campana e nella sua duplice versione, riccia e frolla, rappresenta un’irresistibile tentazione. La prima è di forma triangolare ed è costituita da croccantissimi strati di pasta sfoglia, mentre la seconda è di forma rotonda ed è fatta con una pasta frolla soffice e deliziosa.

La sua storia affonda le radici nel lontano 1600 e si porta dietro i sapori e gli odori dell’incantevole costiera Costiera Amalfitana, dove  fu inventata e resa celebre dalle monache del convento di Santa Rosa, situato a Conca dei Marini.

Il ripieno classico della sfogliatella prevede un delizioso mix di ricotta, semolino, canditi, zucchero a velo, uovo, vaniglia e un pizzico di cannella in polvere, ma nella versione di cui stiamo parlando acquista tutto un altro sapore.

 

Il soffritto

Il soffritto, detto anche zuppa forte, è un’altra icona culinaria della città di Napoli ed ha come ingrediente di base le cosiddette frattaglie del maiale, ossia un misto di fegato, cuore, polmone, milza e trachea.

La sua ricetta nasce dall’idea delle cosiddette venditrici di “zuffritto” di riciclare tutte le parti del maiale per guadagnare qualche spicciolo. Ogni mattina, infatti, le casalinghe dell’antica Napoli cuocevano la carne in grossi pentoloni fuori al loro “vascio” e la vendevano alle persone che si recavano da loro con un pezzo di pane in mano per imbottirlo con il soffritto.

Da allora la tradizione della zuppa forte ha fatto molta strada e ha conquistato il palato dei napoletani di ogni tempo e di ogni estrazione sociale, basti pensare al fatto che anche il celebre poeta Salvatore di Giacomo scrisse dei versi in onore del soffritto preparato in una taverna da lui particolarmente amata:

Qui veniva a mangiare gente più fine, che sollevava a onori non più immaginati il suffritto…”

La sfogliatella al soffritto

La sfogliatella al soffritto non dà vita solo ad un connubio unico di sapori ma anche ad una vera e propria fusione storica di tradizioni consolidate da secoli.

Per questo Napoli si conferma la capitale della sperimentazione culinaria, e se è vero che siamo abituati alle sorprese, c’è da dire che un accostamento così particolare e saporito supera anche le nostre aspettative!

Condividi con i tuoi amici