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Il rito del caffè napoletano

Napoli la sveglia suona un po’ più presto rispetto alle altre città d’Italia perché prima di andare a lavoro, all’università o in qualunque altro posto c’è una cosa importantissima da fare: bere una tazzina di caffè per fare in modo che la giornata inizi con il piede giusto.

“Na tazzulell e cafè” è per noi napoletani un vero e proprio rito, un pretesto per ritagliarci cinque minuti di pausa o per dire ad un amico a cui vogliamo bene che abbiamo voglia di trascorrere del tempo insieme a lui.  A Napoli  frasi del tipo “Ti posso offrire un caffè?” “Prendiamo un caffè insieme?” sono richieste a cui difficilmente si dice di no, perché una tazzina di caffè non si nega a nessuno, e chi lo fa rischia di fare una brutta figura.

Quello tra Napoli e il caffè è un amore antico e come diceva il buon vecchio Edoardo De Filippo, si può rinunciare a tutto ma non a questo: “Io, per esempio a tutto rinuncerei, tranne a questa tazzina di caffè, presa tranquillamente qua, fuori al balcone, dopo quell’oretta di sonno che uno si è fatto dopo mangiato.”

Questi fantasmi, Edoardo De Filippo.

Le misteriose origini del caffè napoletano

A Napoli il caffè è arrivato in ritardo rispetto alle altre città di Italia, ma come si suol dire gli ultimi saranno i primi” e mai frase fu più vera come in questo caso. 

Secondo quanto si racconta, se oggi siamo la patria del caffè dobbiamo ringraziare il celebre musicologo Pietro della Valle e le sue pene d’amore, a causa delle quali egli fece un viaggio in Terra Santa e scoprì il sapore di una nuova e profumata bevanda, poco dopo introdotta da lui stesso a Napoli con il nome di caffè.  Testimonianza di quanto appena detto sono alcune lettere inviate ad un amico napoletano nelle quali si parla del kahve, ossia di una bevanda consumata dai musulmani dopo i pasti.

Secondo altri il caffè sarebbe stato introdotto a Napoli, clandestinamente, da alcuni studenti dell’Università di Medicina di Salerno e spacciato comfarmaco, mentre altre fonti attestano che esso sia arrivato a Napoli già con gli Aragonesi.

Conoscere la verità non è facile, ma chiunque sia stato a portare il caffè a Napoli ha contribuito a scrivere uno dei capitoli più importanti della nostra città.

Qual è il segreto del caffè napoletano?

Tutti credono che il segreto del caffè napoletano sia l’acqua ma in realtà tutto sta nella miscela, nella macchinetta e soprattutto nella passione di chi lo prepara.

C’è un detto che recita in questo modo: “se il saggio (purché sia un saggio napoletano) indica la tazzina di caffè che ha preparato, lo sciocco guarda il caffè”. Tale detto esprime il concetto per il quale bisognerebbe invece guardare il dito, poi il braccio e risalire così al napoletano che lo ha preparato, perché è proprio lui ad essere il vero segreto della sua bontà.

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